Come si fa a fare un film che abbia un linguaggio contemporaneo e
un fascino resistente al tempo? Ce lo mostra Paul Thomas Anderson, con Il filo
nascosto, candidato a sei premi #Oscar, e una vittoria, per i costumi. Certo,
con il carattere introverso che il regista ha dato alla pellicola (perché lo ha
girato in pellicola!) è già una fortuna che sia rientrato nelle nomination dell’Academy,
ma una statuetta a Daniel Day-Lewis ci sarebbe stata proprio bene.
I temi sono dettagliatissimi ed esplodono in una sontuosa sceneggiatura: rapporto di coppia, ossessione del genio, culto della perfezione, sentimenti e sopraffazione. Lo stile è sopra ogni categoria, è uno splendido classico: come una sinfonia di Debussy, un quadro di Vermeer, Il filo nascosto è un’opera elegante, controllata, nella forma e nel contenuto. Dopo Vizio di Forma, Il petroliere, The Master chiudete il cerchio di Paul Thomas Anderson con la visione di questa memorabile storia.
I temi sono dettagliatissimi ed esplodono in una sontuosa sceneggiatura: rapporto di coppia, ossessione del genio, culto della perfezione, sentimenti e sopraffazione. Lo stile è sopra ogni categoria, è uno splendido classico: come una sinfonia di Debussy, un quadro di Vermeer, Il filo nascosto è un’opera elegante, controllata, nella forma e nel contenuto. Dopo Vizio di Forma, Il petroliere, The Master chiudete il cerchio di Paul Thomas Anderson con la visione di questa memorabile storia.
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