Pubblicato per la collana piccole gigantesche cose della casa editrice AnimaMundi, ‘Manifesto della terza medicina’ di Franco Arminio è davvero un piccolo gigantesco capolavoro sul bisogno di salute e di malattia che l’uomo ha.
Niente a che vedere con le correnti antiscientifiche basate sul nulla, ma una riflessione vissuta e molto ben argomentata sull’impazienza di trattare ogni sintomo con la medicina, quando invece per alcune malattie che nascono dall’incapacità di dare forma linguistica alle sensazioni, il rimedio si trova nelle parole e nello sguardo.
Con queste premesse, Franco Arminio si addentra nel suo manifesto e scrive: “E’ evidente che una grave depressione può essere pericolosa senza l’uso di farmaci, ma è anche evidente che consigliare lunghe camminate può essere di grande aiuto per una persona depressa. L’ansia può essere spenta con gli ansiolitici, ma può essere vista come integratore di vivacità intellettuale. Il sintomo nevrotico può essere consegnato allo psicanalista, ma può essere anche usato come strumento di conoscenza. Noi non dobbiamo mai dimenticare che siamo corpo, natura, ma siamo anche mondo interno, fantasma, fantasia incessante su noi stessi e sugli altri. Ci vuole una terza medicina, qualcosa di simile al terzo paesaggio di cui parla Gilles Clement. La terza medicina non esclude nulla, può tenere insieme il dermatologo e il paesologo. Guardare la pelle infiammata e guardare il paesaggio”.
Un libro scritto alternando prosa e poesia, con una posologia perfetta, lavorata in 30 pagine esatte, (che si leggono in meno di un’ora) capaci di agire immediatamente e potentemente sul lettore per chiarezza e consistenza, senza giri di teorie, o chissà quali tutorial psicologici, ma esercitando un pensiero vivo basato sulla consapevolezza.
“La terza medicina non ti vuole guarire, semplicemente ti ricorda che ad un certo punto ti deve succedere qualcosa: un amore, un disagio, una letizia, una sventura. Nel paesaggio del tuo corpo spunta una cisti, come spunta un desiderio. Importante è essere nel centro di sé stessi, considerare che ogni evento, ogni situazione contiene una qualche forma di perfezione. Tu sei la tua paura e il tuo delirio, sei la tua depressione e il tuo fervore, sei qualcosa e sei niente, ti puoi curare con qualcosa e con niente”.
Manifesto della terza medicina, Franco Arminio – AnimaMundi edizioni, collana piccole gigantesche cose, 2018 – disponibile anche online.
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