Con 145 voti (risultato sovrabbondante) riceve il 69° Premio Strega, lo scrittore barese Nicola Lagioia per il libro (Einaudi) “La Ferocia”,
un brindisi a grandi sorsi di liquore dorato bevuto insieme alla moglie
Claudia, senza la quale, ha detto l’autore, il suo romanzo non avrebbe
avuto vita.
“La Ferocia” è l’impietosa descrizione dell’ascesa di una famiglia del Sud; ma con riflessione sicura e consapevole, Nicola Lagioia, durante il suo discorso di proclamazione, ha condotto il pubblico e la giuria verso una lettura più problematica della sua storia, richiamandola ad assolvere metaforicamente la situazione politica di queste ore: “La ferocia sta accadendo ad Atene, siamo sulla stessa barca, se fallisce la Grecia fallisce anche la Germania”.
A presiedere il seggio centrato nella conca del Ninfeo, Francesco Piccolo,
vincitore della scorsa edizione del Premio Strega , che con fare
tranquillo ha annunciato voto per voto il disciogliersi definitivo della
classifica: al secondo posto, “La sposa” (Bompiani) di Mauro Covacich, con 89 suffragi. Al terzo “Storia della bambina perduta” (E/O) della misteriosa Elena Ferrante, che si è assicurata 59 schede. Quarti a pari merito, con 37 voti ciascuno, “Chi manda le onde” (Mondadori) di Fabio Genovesi e “Come donna innamorata” (Guanda) di Marco Santagata.
Nicola Lagioia è nato a Bari nel 1973 e ha esordito nel 2001 con Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (minimum fax). Conduttore di Pagina3 su Radio3 Rai, editor della narrativa di minimum fax, scrive su Internazionale. Con il romanzo Riportando tutto a casa (Einaudi) ha vinto nel 2010 il premio Vittorini, il premio Volponi e il Premio Viareggio.
Maria Angela Nestola
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