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ETTORE SCOLA AL BI&FEST: LA FELICITA' DEGLI ESORDI E L'ITALIA DA RICOSTRUIRE

ettore scola Ha alternato aneddoti di vita personale a riflessioni sull’Italia di oggi, il maestro Ettore Scola, al Bif&st di Bari, (di cui è il Presidente) nel corso della sua lezione di cinema di ieri mattina, popolata da un pubblico di  giovanissimi e attenti,  che lo hanno ascoltato e onorato con raffiche di applausi rimbombanti, nel luminoso Teatro Petruzzelli, durante la sua conversazione con Enrico Magrelli.

Il maestro, col maglione rosso e lo sguardo appassionato, si è mostrato molto generoso con il pubblico in sala e ha voluto ricordare i suoi esordi cinematografici da “negretto” (termine utilizzato negli anni ‘50/‘60 per definire i ragazzi impegnati nella stesura dei soggetti, accanto a grandi registi) soffermandosi sul periodo di “Totò Tarzan”, quando Totò, appunto, leggendo le battute da copione, scoppiava in grosse risate sulle scritture di Scola, gratificandolo, immediatamente di quello “sporco” lavoro. “E’ stato il momento di cui vado più fiero” – ha detto il Maestro – “Ero sul punto di farmi il biglietto da visita, con su scritto: Ettore Scola “Negretto”, tanto ero felice”.

“La mia generazione ha avuto la fortuna di avere gente che ammiravamo e stimavamo. Oggi la  generazione dei nuovi registi,  purtroppo, non ha modelli a cui ispirarsi” – riconosce amaramente Scola, riflettendo sui tempi moderni e mettendoli a confronto con quello che è stato – “Io vengo da un contesto uscito dalla guerra, dal nazismo, dal fascismo che per forza di cosa ci ha portato ad amare l’Italia. Oggi dire di amare l’Italia è dura. Come si fa ad amare l’Italia oggi? Prima c’erano macerie create da altri, oggi il colpevole è difficile da trovare. Oggi la realtà è difficile da interpretare. Siamo in un’Italia che è difficile da amare; la colpa è delle responsabilità collettive e personali, e di chi non ha capito cosa stava succedendo“. “Dobbiamo risalire a Berlinguer per trovare uno che ci soddisfa, perché lui aveva individuato con precisione che la questione morale era la prima per l’Italia. Oggi invece tutti liberi, tutti rubano. Difficile, inseguire quello che ha rubato, perché rubano tutti. I giovani registi italiani sicuramente sanno come va fatto un film, ma quello che manca è l’orizzonte dove spingere lo sguardo. Noi sapevamo dove dovevamo guardare”.

film

Ettore Scola 83enne di Trevico, è una vera e propria icona del Cinema Italiano, tra i suoi capolavori ricordiamo: “C’eravamo tanto amati”1974, “Una giornata particolare”1977,“La Famiglia”1987, “La Terrazza” 1980.

Maria Angela Nestola

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