“Capisco quello che mi chiedete, trovo
la risposta ma poi la perdo e inizio a cercarla nella testa e cado in un
temporale di parole che mi trascina in un pozzo, dal quale non riesco a
risalire.
Ho dentro qualcosa che non sa come organizzarsi, che non riesce a vedere nient’altro che quello che gli hanno insegnato a vedere.Come devo essere, io, per andare bene.
Ho dentro qualcosa che non sa come organizzarsi, che non riesce a vedere nient’altro che quello che gli hanno insegnato a vedere.Come devo essere, io, per andare bene.
Le domande mi spingono a calci verso quel traguardo, ma io mi perdo, rallento, inciampo… cado… Io non lo so fare, quello che volete voi”.
Questo
intimo stralcio di testo non è sufficiente per capire la folle lucidità
di Anne Sexton, ma è un passaggio importante per avvicinarsi alla sua
storia di crisi e genialità, così straordinariamente affine ai nostri
giorni, ai nostri tempi.
Da
casalinga americana imbevuta negli anni ’50 a icona della poesia
confessionale, non è certo un salto tranquillo, ne tantomeno banale,
piuttosto è il percorso complicato di una donna così intricata, da voler
forzare sistematicamente il suo destino, sospinta senza posa da un
iperbolico intelletto, che la porterà, (bicchiere tra le mani) contro e
incontro alla logica.
Lei Anne, è la protagonista magmatica dello spettacolo teatrale scritto da Francesca Zanni “Tutti i miei cari” di scena sabato 21 e domenica 22 Marzo p.v. nella Sala Federico II a Leverano, con la sempre pungente regia di Francesco Zecca (che torna da queste parti dopo numerosi successi nazionali) e la sublime interpretazione di Crescenza Guarnieri, attrice vera e magnetica che con questo testo ci conduce dentro un mondo apparentemente superato, ma che invece, è qui, a un passo da noi.
Da non perdere!
Maria Angela Nestola
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